Metal Camp Sicily
a cura di: Nasdey
2014-11-24

È già novembre, il Metal Camp Sicily è finito da qualche mese e noi siamo qui ancora a parlarne. Il contributo di Alone Music, infatti, arriva a cavallo con l’inverno ma non manca certo di stimoli e opinioni sull’evento metal di punta dell’estate siciliana 2014.

A questo festival, come a tutti gli eventi del territorio siculo, non sono mancate critiche, disaccordi e disillusioni ma neanche lusinghe ed entusiasmi di chi ci ha creduto e ne ha goduto.

Noi di Alone Music, dal canto nostro, ci siamo divertiti: musica, birra e una buona compagnia sono la formula infallibile per una sana vacanza e la cornice entro la quale si è realizzato il festival ha reso tutto più “genuino” e fraterno. Insomma a noi -  il Metal Camp Sicily - è piaciuto.

Questa terza edizione è stata ospitata dal campeggio Torre degli Iblei, situato non molto lontano da Palazzolo Acreide, paese dell’entroterra siciliano in provincia di Siracusa: immersa completamente nel verde, la location ha sicuramente reso l’atmosfera musicale ancora più interessante giocando un ruolo decisamente primario per la buona riuscita del festival.

D’altronde, quale connubio migliore di metal e natura nella cornice di una Sicilia calda e afosa? Oltre a regalarci tre splendide giornate di musica, il festival ci ha permesso di godere delle meraviglie di una terra che purtroppo vive ancora nella costante corsa allo sviluppo e che tenta in tutti i modi di liberarsi da pregiudizi radicati anche in chi, paradossalmente, questa terra la vive quotidianamente.

 

Chi ha organizzato questo festival, infatti, sa bene che un evento come questo può essere uno stimolo forte per reagire allo stallo del sistema musicale siciliano: la nostra, infatti, è una regione che non gode di centralità in quanto ad eventi musicali e il Metal Camp Sicily è nato in seno ad aspettative di miglioramento e crescita del territorio. La musica risolleva sempre gli animi, fortifica i rapporti tra le persone e la terra nella quale si libera.  

 

Questa impresa ha comunque avuto i suoi limiti: era prevedibile che in tempi ristretti come quelli pensati nella scaletta dei tre giorni, un numero così elevato di esibizioni fossero difficili da gestire e che ad avere la peggio sarebbero stati gruppi e spettatori.

Alcuni disagi e alcune lacune organizzative non sarebbero a mio parere accadute se la struttura del festival fosse stata pensata, per esempio, per sole due giornate piuttosto che tre. O ancora, se il quantitativo di gruppi chiamati all’appello fosse stato minore e non così “affollato” come alla fine è stato. Ho trovato riduttivo, infatti, che molti gruppi suonassero per soli 20 minuti! Ecco, suggerisco una rivisitazione della bill per le prossime edizioni: meno giorni, meno band e più spazio alla musica!

E a proposito, in questi giorni sono già uscite buone nuove riguardo l’edizione 2015 che – pensate quanto siamo state lungimiranti – sarà solo di due giornate. Lode agli organizzatori, ne gioveranno tutti, gruppi, organizzazione e spettatori.

Ma andiamo a noi. Musicalmente parlando le tre giornate sono andate bene, hanno rispettato più o meno le nostre aspettative e in molti casi le hanno anche superate. L’eterogeneità dei gruppi ha permesso a tutti di godere di molti generi musicali e di appagare i gusti del pubblico accorso per godersi tre giorni di puro e sano metal.

12 agosto

Il primo giorno è stato quello che all’apparenza ha avuto meno affluenza: gli Alcest, headliner della serata, hanno infatti richiamato una fetta di pubblico minore rispetto a Koorpiklaani e Marduk, headliner delle altre due serate, ma non per questo la giornata è stata meno coinvolgente delle altre. Anzi.

Le prime presenze sul palco sono tutte siciliane: i modicani Luktus, i messinesi Carboncoke e i catanesi Epistheme segnano a suon di metal estremo l’inizio di questo festival. Dei tre, il thrash metal dei Carboncoke ci affascina: è uno stile moderno il loro ma quella vena anni 90 che influenza i loro brani ci piace particolarmente. L’esibizione è molto ritmata e il sound carico di groove. Nonostante la tenera età, il gruppo risulta bravo e preparato.

I gruppi che seguono vengono un po’ da tutta Italia: i Lucky Bastardz (rock metal) vengono da Alessandria, gli Essenza (heavy metal) vengono da Lecce, i Dormin (post-metal) da Cagliari, i Death Mechanism (thrash metal) da Verona e i Throne of Molok dalla più vicina Palermo.

Tra questi, ci colpisce la simpatia dei leccesi Essenza che con il loro heavy stone rock suonato molto bene riescono a coinvolgere in modo insolito il pubblico, conquistando con più enfasi il consenso dei presenti.

Anche il thrash metal dei Death Mechanism affascina la gente sotto il palco e forse la formazione del gruppo (il bassista "Pozza“ è anche membro dei Bulldozer, che abbiamo avuto la fortuna di vedere qualche anno fa all'Insomnia di Scordia) rende la loro esibizione tra le più mature del festival.

Non finisce qui: anche i palermitani Throne of Molok conquistano il palco con il loro industrial metal e, nonostante la formazione abbia subìto dei cambiamenti nel corso di questi ultimi anni, la band sembra padroneggiare con grande coerenza e precisione un sound ben ritmato e molto scenografico.

A chiudere il primo giorno di festival, i francesi Alcest che con il loro visionario post metal riempiono gli animi di molti di noi. Ebbene si, anche noi ci siamo fatte rapire dalla magia della loro musica e dal fascino delle loro performances. Ma a giudicare dagli occhi sognanti di molti(e) fan sotto il palco non siamo state le uniche.

Grazie alla collaborazione degli organizzatori però, siamo riuscite a strappare una breve intervista a Neige, frontman della band, poco prima della loro esibizione. Guardate un po’ come ha commentato il festival... 

 

 

13 agosto

La seconda giornata del festival inizia con una grande sorpresa: a suonare sul palco del Metal Camp Sicily ci sono anche i nostri amici Crimson Wind che con grande piacere ritroviamo ad ascoltare come vincitori del contest indetto dall'organizzazione del festival. Dopo aver seguito la produzione di "The Wings of Salvation  - ci fermiamo con loro per parlare di come si è evoluta in questi quattro anni la band. Qui trovate la nostra intervista a Guido Macaione, il nuovo cantante del gruppo.

Dopo il gruppo vincitore del contest si sono susseguite altre band piuttosto eterogenee sia geograficamente che stilisticamente: dagli Schema Zeta, modern metal da Ragusa, ai Temperance (che abbiamo avuto il piacere di incontrare dopo il live e dal quale incontro è nata una bella intervista che potete leggere qui ), con il loro melodic metal da Novara; e ancora dagli epici Steelblade di Siracusa ai nu metaller Lyrical Cross di Catania. Persino da Gorizia sono scesi per suonare nella calda Sicilia, come gli Overtures che sono partiti dal confine nordico per suonare un caldo power metal nella altrettanto calda isola agrumata.   

E a riscaldare il palco prima dell'arrivo degli attesissimi Koorpiklaani, ci hanno pensato le atmosfere pompose e corpose degli Stormlord, storica band romana attiva nelle scene dagli anni 90, e quelle intriganti dei Secret Sphere, gruppo storico anch'esso formatosi nell'ormai lontano 1997.

Tutto in attesa dei folker finlandesi Koorpiklaani che - nonostante fossero riusciti a richiamare larghe schiere di fan - ce l'hanno messa proprio tutta per deludere le aspettative dei molti. Perché? Beh, credo proprio che il cantante abbia bevuto qualche birra di troppo e che questo non gli abbia permesso di portare a termine in modo soddisfacente molte canzoni della scaletta. Il risultato è stato quello di un live abbastanza scarso con picchi di stonature imbarazzanti.

La bellezza di questo nostro mondo musicale però, sta nel fatto che nonostante tutto questo, i ragazzi non abbiano abbandonato i loro beniamini e abbiano continuato a ballare e a cantare festosi le canzoni della seguitissima band.

Ndr: Forse anche il bagno nudo in piscina post-concerto di Jarkko Aaltonen, il bassista del gruppo, è stato il frutto di qualche birra di troppo!!  

14 agosto

E tra una birra e l'altra arriva anche l'ultimo giorno di festival. L'atmosfera si incupisce e già dalle prime ore del mattino i componenti dei Marduk gironzolano per il camping: paradossalmente, però, saranno restii a farsi intervistare per l'intera giornata.

Forse la trasferta in Sicilia dalla lontana Svezia è stata un po' pesante (pensiamo, ndr) ma sta di fatto che il non voler rilasciare neanche qualche battuta ci lascia perplesse sulla reale umiltà di questo gruppo.

Meno male che a rincuorare la nostra giornata c'è una bill interessante che - anche stavolta_ brilla di eterogeneità e bravura. Ad esordire c'è il thrash metal dei nisseni Innerhate, seguiti dal brutal death dei palermitani Dying Breed che ci offrono una performance davvero d'impatto, tra le migliori della giornata.

Dopo di loro, il death metal dei catanesi The Ancient War, l'alternative degli emiliani Klogr e il black metal dei Guru of Darkness, che si esibiscono in tutto il loro perfetto face painting.

Il resto della bill è tutta un susseguirsi di esaltazioni e momenti di fratellanza, di gente che canta all'unisono nel nome dello stesso amore per la musica e di felicità nel vedere un gruppo che ritorna sulle scene dopo 25 anni di assenza. Stiamo parlando dei Nuclear Simphony, band siciliana che è nata negli anni ‘80 a Favara e che per qualche anno ha cavalcato l'onda del successo del thrash metal senza però mai goderne a pieno. Poi per motivi interni al gruppo i nostri si sciolsero ed uscirono definitivamente dalla scena musicale.

Nonostante l’ampissimo lasso di tempo, finalmente nel 2014 la band siciliana ha deciso di tornare insieme e ha scelto proprio il palco del Metal Camp Sicily per inaugurare un nuovo periodo e ha cominciare con una reunion col botto. Ad Accoglierli i fans che, nonostante tutto, sono ancora numerosi: molti erano lì solo per vedere loro, per ricordare come negli anni ‘80 si stava bene a "scapellare" insieme ai simpaticissimi thrasher siciliani. 

La loro storia è molto interessante e per questo abbiamo deciso di fare due chiacchere con loro: oltre ad essere dei veri e propri alchimisti nel trascinare ed agitare le folle, sono anche dei simpaticissimi burloni. Ecco cosa è successo durante l'intervista...

 

E' il momento degli E-Force, provenienti direttamente dal Canada, che realizzano un live impeccabile e una presenza scenica altrettanto entusiasmante: solo dopo il concerto scopriamo che il nostro vicino di tenda al camping era proprio Eric Forrest, ex voce dei Voivod e frontman di questo nuovo progetto thrash metal band  canadese.

Un'altra band storica degli anni ’90 sono, i trentennali Necrodeath, che rappresentano attualmente uno dei gruppi più importanti in Italia. Con loro, la musica del Metal Camp viene portata all’estremo, e non a caso questa band è uno dei pilastri del "thrash cattivo", influenzato da sonorità dei primi Slayer e Mayhem.

Con tanto sudore e tanto divertimento arriviamo ai Marduk, che chiudono con stile la tre giorni siciliana. Con 25 anni di carriera musicale alle spalle, i blackster non sbagliano una nota. Gli ultimi cambi di formazione sembrano non aver leso l'impalcatura musicale costruita in tutti questi anni e nonostante l'unico componente storico sia Morgan (il chitarrista e compositore del gruppo), i Marduk dimostrano di avere coerenza (forse troppa rispetto all'evoluzione del mercato) e stile (pare che non abbiano voluto farsi vedere senza face painting, ndr).  

Nonostante l'amaro lasciato dai Marduk nel non voler rilasciare interviste, il festival si è concluso nel migliore dei modi: amici (vecchi e nuovi), birra e musica sono stati il lieto fine ad un'esperienza che - seppur con i suoi limiti - ci ha regalato tantissime emozioni. All'anno prossimo!