"Papà, partiamo prima per andare al concerto, perché di sicuro ci sarà casino in strada,
stiamo parlando di Eros, non di Totò Cutugno" -
"Non ti preoccupare, ci mettiamo 30 minuti"
Arrivo dopo due ore e mezza di coda in autostrada, con 75° gradi all'ombra.
Ore 18:00, in anticipo di tre ore e già la fila partiva da Lourdes. Gente sopra le ringhiere, sopra i tetti degli
autobus e la sicurezza già con le mani nei capelli. "Se sopravviviamo oggi, saremo immortali",
è ciò che molto probabilmente avranno pensato.
Mi metto in fila, con la bandana di Eros in testa e aspetto diligentemente come un bambino emozionato davanti ad un negozio di
giocattoli. Pochi passi ci separano, poche note ci avvicinano. Eros pronto per il soundcheck e qua e là un "Ciao Agrigento" volante.
Ore 19:30, i cancelli si aprono e tutti iniziamo a dirigerci verso le porte del Paradiso.
C'è già gente che piange e che urla e chi invece in quel momento aveva solo fame e quindi si avvia verso i paninari. Li riconosci perchè li vedi
passeggiare con in mano una birrazza da 3 litri e un panino con 5 kg di carne nell'altra.
A me interessava solo andarmi a sedere in prima fila, aspettando l'arrivo di Eros, lasciando, ogni tanto, partire un "Eros sei grande", tra gli occhi della gente stranita.
Ore 21:05, cala il silenzio, si spengono le luci ed è qua che si inizia a intravedere una sagoma.
Non sai ancora se sia lui o un membro della band, te ne rendi conto solo quando una ragazza del pubblico grido "Eros da Palermo per te, FAMMI TUA".
Da quel grido magico, ormai non ci sono più dubbi, è Lui. Eros è lì r scoppia un boato che probabilmente
avranno sentito anche in Alaska.
Primo pezzo, "Battito Infinito", una sorta di Musica 2.0 che fa letteralmente impazzire tutti. Non soltanto per la bellezza del brano e per la presenza di Eros, ma perché alla batteria c'è un certo signor Eric Moore che ogni volta che accarezza una bacchetta è come essere accarezzati affettuosamente dalla mamma.
ACCAREZZAMI ANCORA MAMMA!
Il concerto inizia, tra pezzi storici e pezzi nuovi ed Eros sembra un ventenne. Corre, salta, urla, è instancabile. Il pubblico impazzisce di
gioia, non sa se filmare tutto col telefonino o lasciarlo in tasca per ballare e gridare a squarciagola.
Io, fortunatamente, per la prima volta sono riuscito a firmarlo senza che si
sentisse la mia voce stonatissima. Finalmente ho dei video da poter postare, ne vado fiero, modestamente.
Tra ritmi jazz/blues e ballate latinoamericane, io e gli altri ci lasciamo andare ad attimi di pura follia, prima piangiamo sulle note di "Se bastasse una canzone", poi urliamo e corriamo in avanti con foga agonistica al ritmo di "Ritornare a ballare".
Dopo un'ora non capivo più nulla, era come se il mondo si fosse completamente estraniato. C'eravamo solo io, Eros e la sua musica che mi accompagna da quando avevo 3 anni. Più di due ore di concerto, sotto il cielo di Agrigento, in una notte stellata a forma di note.
Alle 23.30 finisce tutto ed io sono felice e senza voce, ma allo stesso tempo triste perché avrei voluto che tutto ciò
durasse in eterno.
"Eccezionali per sempre
Tutti nati da storie diverse
Abbiamo segni sulla pelle
Siamo la somma di piccole guerre
Vinte con l'amore dentro di noi
Un'arma segreta…"
Una serata magica, vissuta con spensieratezza e con l'animo romantico, perché con Eros
l'amore lo respiri. E "l'ultimo romantico" sono io… Grazie di esistere.
E voglio ringraziare anche una persona che per me è molto speciale, è grazie a Lei se il mio
sogno s'è avverato, "Sei un pensiero speciale, la mia isola nel mare".
Ti voglio bene.