Crimson Sky
a cura di: The Sentinel
pubblicato il: 2015-05-24
Transcendental Trip
  • Intro + Searching for light

  • Split mind wraith

  • Blind alley

  • Mag mell osmose

  • Ember of deities

  • Caught by the rain

  • Beyond senses

  • Quinta essentia

Il cielo dell’Ucraina si tinge nuovamente di porpora con il secondo full-length dei Crimson Sky, che vede la luce a quattro anni di distanza da "Rising". La band di Bohdan Torchylo, attiva dal 1998 ma completamente riformata nel 2010, propone un gothic-doom con influenze death che si fa ascoltare molto piacevolmente.

Il Viaggio Trascendentale comincia con Intro + Searching for light : i tre minuti strumentali dominati dalla tastiera vengono bruscamente interrotti da un riffing serrato e dal growl creando un’atmosfera molto cupa che nemmeno la bella voce di Myroslava Romanyuk riesce ad addolcire.

La medesima potenza si trova in Split mind wraith, brano molto death-oriented su cui batteria e growl la fanno da padrone lasciando in secondo piano il cantato femminile.   

Si ha invece un netto cambio di rotta con Blind alley, brano strumentale molto rilassante grazie al delicato arpeggio delle chitarre che strizza l’occhio agli Opeth dell’era "Blackwater Park" unito alla delicatezza del violino di Lyudmyla Savchuk. 

L’illusione di tranquillità si spezza nuovamente a pochi istanti dall’inizio di Mag mell osmose: growl, voce femminile, violino ed echi alla My Dying Bride degli esordi riescono ad amalgamarsi perfettamente regalandoci uno dei brani migliori del disco. Al contrario, non convince la struttura fiacca e confusa di Ember of deities rispetto alle altre tracce; fortunatamente il gruppo ritorna subito in carreggiata con Caught by the rain, altro brano strumentale che ricorda, appunto, il rumore della pioggia e in cui l’influenza degli Opeth torna a farsi sentire. Interessante anche Quinta essentia: l’inizio dal sapore ambient e il cantato di Myroslava in francese fanno da contraltare a chitarre, growl e batteria che si fanno sentire in tutta la loro potenza verso la fine.

Si conclude così un viaggio davvero trascendentale giocato su continui contrasti, atmosfere oniriche e repentini cambi di tempo in grado di spiazzare l’ascoltatore sia tra un brano e l’altro che all’interno dello stesso. Anche se la già citata Ember of deities e la penultima traccia Beyond senses avrebbero potuto essere sviluppate meglio, "Transcendental Trip" è senz’altro un album composto con voglia di sperimentare e mettersi in gioco, facendo ben sperare per il futuro di un gruppo ancora poco conosciuto anche fra gli amanti del genere. Promossi.