Ed è quasi come essere felice è il brano che da inizio al nuovo album del cantautore toscano Motta. Un disco che forse non arriva subito al cuore, ma già al secondo ascolto non potrete più farne a meno.Motta racconta una storia, la sua storia che infondo tra i turbamenti, le indecisioni, storie che finiscono e storie che iniziano è la storia di tutti noi che da poco abbiamo attraversato " la fine dei vent'anni".
La voce roca e graffiante di Motta in questo disco la fa da padrone, abbandonate completamente le chitarre rock reinventata la batteria e lasciato spazio agli arpeggi, alle percussioni, agli archi e ai fiati Motta ci mostra "quello che siamo diventati" e lo fa in una maniera dolce e forse inedita per lui.
Nei testi del cantautore toscano ci si perde, c'è tanto amore, declinato nelle sue varie fasi e forme, l'amore che finisce La nostra ultima canzone e Chissà dove sarai, l'amore che inizia La prima volta, l'amore della famiglia nella lettera cantata che Motta dedica al padre in Mi parli di te. Ma questo è anche l'album delle scelte il cui manifesto è Vivere o morire.
"Vivere o morire aver paura di dimenticare, vivere o morire, aver paura di tuffarsi, di lasciarsi andare" Come lo stesso Motta dichiara " ho messo il cuore sul tavolo" e grazie a Pacifico che lo ha aiutato nella stesura dei testi è riuscito a parlare di quello che ne "La fine dei vent'anni" non era riuscito ad esprimere, se nel disco precedente cantava "sarebbe bello finire così, lasciare tutto e godersi l'inganno" ne De il tempo che passa la felicità in questo disco "E' un po’ come essere felice".
A differenza del disco precedente dove il cantautore toscano era stato assistito per la produzione da Riccardo Sinigallia, in questo album il ruolo se lo sono divisi Motta e Taketo Gohara facendo la spola tra New York, Livorno e Roma, il suono è ricco impreziosito dagli archi e spazia dalle sonorità acid jazz di Per amore e basta, passando per la bossa nova di E poi ci pensi un pò o a quelle vagamente africane di Ed è quasi come essere felice.
Un disco relativamente breve solo 33 minuti, Motta ha lavorato per sottrazione, non ha messo nulla in più rispetto a quello che doveva esserci, ma questo album per la sua meravigliosa essenzialità vi farà innamorare e sarà automatico spingere dinuovo play per ascoltarlo ancora e ancora.